martedì 21 settembre 2010

Fabio Fracas, lunghi viaggi in spazi brevi.

Raramente faccio recensioni di libri di narrativa in questo blog. Mi occupo di storia contemporanea, in particolare della storia del Novecento italiano. Ultimamente sto dedicando energie sulla storia del diritto di asilo, un tema che mi sta particolarmente a cuore. 
Ma in questo post voglio parlarvi di un certo Fabio Fracas, al quale la casa editrice dbooks.it ha stampato una raccolta di racconti. 
Il titolo è già un programma "Lunghi viaggi in spazi brevi".Ecco come Fracas presenta i suoi racconti
"non solo viaggi materiali – o meglio l’aspetto materiale dei viaggi – quanto, piuttosto, viaggi intimi e profondi. Viaggi alla riscoperta di noi stessi e di quello che il viaggio – come parafrasi e metafora della vita e della conoscenza – rappresenta”.
Ma sono qualcosa di più. Un viaggio all'interno della propria esistenza, tra luoghi dell'anima e spazi mentali.
Ogni racconto di Fracas è un invito alla riflessione. Il viaggio è un pretesto, un "accidente", come direbbe lui, per accendere un meccanismo che ci porta alla scoperta di noi stessi.
Un libro che consiglio, e del quale non svelerò quasi nulla, solamente che si viene rapiti dalla parola-segno, e che ogni significato ne rimanda ad un altro, e ogni racconto è un lungo viaggio iniziatico alla religione del metalinguaggio, dove le parole sono solamente i mezzo per viaggiare lontano. 
La caldaia è sotto pressione, la locomotiva sbuffa impaziente. E quindi, signori, in carrozza!
Occorre una profezia? Un giorno questi racconti saranno considerati l'inizio di una nuova forma letteraria. Quale? Il racconto. 
Mi dite che esiste già? Leggeteli, e vi ricrederete. E se vi capiterà di guardare fuori da un finestrino di un treno, e vi chiederete se il paesaggio è davvero reale, allora capirete che la colpa è di un certo Fabio Fracas.

Per acquistare il libro in formato elettronico al prezzo di una colazione al bar:

Chi è Fabio Fracas?
Fabio Fracas è nato a Sestino (Arezzo) nel 1967. Autore, editor, poeta e giornalista si occupa di letteratura dal 1988 e ha pubblicato per le maggiori case editrici. Il suo sito: http://www.fabiofracas.it/
Ha fondato, con la poetessa Federica Castellini, la  piccola (e ormai famosa tra gli appassionati) scuola di narratologia Macademia, di Padova.

Clandestino day. Gli appuntamenti

Clandestino day. Gli appuntamenti


Ecco, dal sito dell'amica rivista CARTA, il CLANDESTINO DAY. Siamo tutti clandestini, no?

appuntamenti del Clandestino Day il giorno 24 settembre presso la mia città.
Padova
-Ci sarà un’assemblea alla scuola Scarcerle la mattina, promossa dal Coordinamento nessuno è illegale. Poi una delegazione della Cgil-Flc si recherà all’ufficio provinciale scolastico per chiedere chiarimenti sulla situazione degli studenti immigrati e manifestare la preoccupazione generale. Nel primo pomeriggio ci saranno azioni teatrali e volantinaggi a cura del Coordinamento nessuno è illegale e Reality shock. Nel pomeriggio, dalle 17, si convergerà in piazza, davanti alla prefettura, dove ci sarà microfono aperto per le storie di clandestinità e rappresentazioni teatrali. Razzismo stop incontrerà il prefetto, si discuterà dell’insegnamento dell’italiano e del permesso a punti. In preparazione un documento da consegnare al prefetto, al sindaco e all’ufficio scolastico provinciale per segnalare i problemi di accesso all’istruzione per le famiglie immigrate. Da Padova ci sarà anche una partecipazione alla manifestazione di Rovigo contro il Cie. Serata alla Mela di Newton. belloni.gianni@gmail.com
–La Cgil di Padova partecipa con un fitto programma di assemblee nei luoghi di lavoro. Le assemblee, che si susseguiranno nel corso della giornata, riguarderanno un’azienda agricola della provincia, una grande realtà metalmeccanica, mentre si sta verificando la possibilità di coinvolgere alcuni cantieri edili. Un’altra assemblea è in preparazione con le associazioni antirazziste dell’alta padovana la sera del 24.

Altra notizia: un tour musicale di Santino Spinelli presso le istituzioni europee. CANTIAMOGLIELA!
dal sito IMMIGRAZIONE OGGI
“Romano drom” il tour del musicista rom Santino Spinelli nelle istituzioni europee.
Annunciato il tour all’Europarlamento ed al Consiglio d’Europa accompagnato dall’Orchestra europea per la pace.


Romano drom è il viaggio concerto che il musicista professore Alexian Santino Spinelli, rom abruzzese, porterà in giro per l’Europa. Tre le tappe di prestigio, il 7 ottobre al Palazzo del Consiglio d’Europa di Strasburgo, il 6 novembre al teatro Fenaroli di Lanciano (Chieti) città natale e il 18 al Parlamento europeo, Bruxelles.
Spinelli sarà accompagnato dall’Orchestra europea per la pace, diretta dal Maestro Luciano di Giandomenico, docente presso il Conservatorio di Foggia.
“Dalle musiche di Schubert, Brahms, Ravel fino a Bregovic e al flamenco, oppure al jazz manouche, la cultura sinfonica europea è profondamente debitrice alla cultura rom”, ha dichiarato il musicista a Redattore Sociale.
“Dopo secoli – ha detto Spinelli – finalmente ci sarà un ribaltamento: sarà la musica classica ad accompagnare quella rom”. Uno scarto che potrà forse accendere i riflettori su una cultura che, denuncia l’artista, è ancora sconosciuta ai più. A celebrare il matrimonio musicale, sarà Luciano di Giandomenico: “Sarò ben lieto – afferma –, perché non si tratta solo di un’operazione di facciata, ma sarà l’occasione per ricordare che abbiamo le stesse radici”. Un segnale di apertura, di accoglienza. Almeno nel linguaggio delle note.
(Red.)

dal sito http://www.immigrazioneoggi.it/daily_news/notizia.php?id=002169



Il termine "rom" secondo la Treccani
ròm
agg. e s. m. e f. [dallo zingaro rom, s. m., propr. «uomo, marito»]. – Nome generico con cui vengono indicati gli appartenenti alla popolazione nomade degli zingari, spostatasi nel corso dei secoli dall’India settentr. in molte regioni dell’Asia e dell’Europa orient. e occid.: una famiglia rom, un gruppo di bambini rom; una comunità, un accampamento rom; la lingua dei rom, la lingua parlata dagli zingari, anche indicata con l’agg. o sost. romani (dagli stessi zingari chiamata romanī čib).


PeaceReporter - Afghanistan, strage Nato a Kunduz

PeaceReporter - Afghanistan, strage Nato a Kunduz

Terminologia di guerra.

Da sempre l'uomo fa la guerra all'uomo. Lo dicevano i giusnaturalisti: l'uomo è lupo all'uomo. La sua condizione "naturale" è la guerra. Totale.
Ma senza scomodare Hobbes, basta leggere un giornale.
L'anno scorso, ad esempio, un bombardamento a un presunto gruppo di talabani ha causato la morte di 200 civili, innocenti, molti dei quali donne e bambini.
Successe a Kunduz, in Afghanistan, e a bombardare furono i "nostri", ossia gli aerei della Nato.
Ma se leggiamo i rapporti ufficiali, si parla solo di "fuoco amico", "collateral damages", ossia danni collaterali. Conseguenze della guerra? No. Conseguenze della "peace mission", ossia missioni di pace. Pace? Di quale pace parlano, se usano aerei da combattimento, missili, bombe?
Eppure da sempre chi fa la guerra deve usare termini i più neutri possibile. Ecco allora parlare di "missioni umanitarie", di Peace-keeping e peace-enforcing.

Ricordate i "trasferimenti all'Est"? la "soluzione finale"? Anche lì si usavano i termini più neutri possibili.

Finalmente ritorna disponibile con la seconda ristampa "Attentato alla Fiera. Milano 1928"

  Finalmente la seconda ristampa.  Eccola sul nuovo sito dell'editore https://www.mursia.com/products/14044