mercoledì 14 agosto 2013

Adua: sconfitta o vittoria?

Adua, francobollo celebrativo.


Adua: sconfitta o vittoria?

Ci si interroga spesso sul ruolo del colonialismo italiano, e si finisce sempre per identificarlo con il fascismo e la sua avventura etiope. Invece l'Italia è stata, a tutti gli effetti, un paese colonialista.

Depretis, nel 1881, cercava un pretesto per impossessarsi della Tunisia. In effetti il paese nordafricano era a due passi dalla Sicilia, e alla Tunisia eravamo vicini anche economicamente, visti i numerosi scambi commerciali, soprattutto nel settore della pesca. Invece ci pensarono i francesi ad annettersi la terra araba. A Depretis venne un attacco di bile. Decise allora di volgersi verso Massaua, già italiana per un accordo commerciale con gli inglesi. E già questo la dice lunga su come l'Africa fosse ritenuta possesso esclusivo europeo.
Lo stato italiano, quindi, aveva la sua base coloniale, il porto di Massaua. Assieme ad Assab formò i primi possedimenti italiani nel Mar Rosso , chiamati pomposamente Colonia eritrea.
Delle popolazioni autoctone, (etiopiche, dancale, somale , ecc.) non se ne curavano affatto. Secondo il ragionamento dell'epoca, erano popolazioni "abituate" al dominio straniero (prima gli egizi, poi i sultani, poi gli inglesi, ecc.)
Faceva eccezione l'Etiopia, in quegli anni guidata dal Negus Neghesti  Giovanni IV, affiancato dal Re del Sud, il Negus (che significa Re): Menelik.

Gli italiani acquistarono (e dagli!) dagli inglesi Zeila, affittarono il porto di Chisimaio, alla foce del fiume Giuba (Somalia).
Vollero poi occupare, manu militari, la città di Harar, che rappresentava per gli etiopi un simbolo. Era infatti, per loro, la "città santa". Ma Menelik, saputa la decisione italiana, occupò militarmente la città.
Gli italiani cercarono di espandersi a Sud Est, ma si scontrarono con Menelik a Dogali.
Siamo nel 1887, e questa è la prima sconfitta. In Patria si parlò a lungo di Menelik, anche nelle canzoni, famosa quella in occasione della guerra successiva, verso l'Abissinia.

Correte giovanotti in Abissinia
dove Toselli fu sacrificato
c'è Makallè da ben fortificare
ci son morette da poter baciare
E se l'Africa ci piglia
lasceremo la famiglia
e Menelicche
le palle son di piombo e non pasticche!
(anonimo, 1901)

Agli italiani non restava che comperare Tramite il console di Aden, l'Italia si prese Obbia, Mingiurtina. Altri porti vennero "affittati" dai vari sultani. Per esempio Benadir fu affittata dal sultano di Zanzibar a una società commerciale che agiva per conto del governo itailano (la Filonardi).
Benadir divenne allora il porto avanzato dal quale partire per altre avvenuture.
Menelik, intanto, era diventato unico Negus dell'Etiopia, unificando un territorio immenso sotto il suo governo.
Menelik concesse agli italiani di restare sull'altopiano. In cambio l'Italia diventava il partner commerciale esclusivo per i prodotti etiopi. Dobbiamo ricordare che non erano affatto arretrati come si pensa comunemente. Menelik aveva creato una rete di comunicazioni efficace. Gli scambi commerciali (lana, pellame, cereali, incenso, mirra e altri prodotti tipici) erano vantaggiosi per l'Italia. Ma gli itaiani non seppero vedere le grandi opportunità che avevano davanti. Avrebbero dovuto riconoscere Menelik in uno scambio diplomatico alla pari. Si preferì invece pensare che Menelik riconoscesse all'Italia un protettorato sull'Etiopia.

Gli italiani pensarono allora di incrementare i loro possedimenti. Presi dall'appetito coloniale si mossero verso l'Abissinia, provocando la reazione di Menelik. Le sconfitte di Amba Alagi e Makallè non bastarono.

Adua 1º marzo 1896. Comandati dal generale Baratieri, allora governatore militare dell'Eritrea,  che aveva fama di buon stratega, gli italiani e le loro truppe ascare si trovarono davanti a tutto l'esercito del Negus.
Caddero circa 5000 italiani e 2500 ascari tra quelle dune.
Così termina l'avventura italiana in Etiopia e in Abissinia di Francesco Crispi, che si dimise anche dalla presidenza del consiglio.

Adua è, nell'immaginario collettivo italiano, sinomino di sconfitta militare.
Fu anche la giustificazione per il colonialismo italiano del primo Novecento, per "lavare l'onta di Adua".

Ma se cambiamo punto di vista, Adua rappresenta per gli africani la prima grande vittoria contro il colonialilsmo europeo.

Per capire il loro punto di vista, guardiamo questo cortometraggio:

http://www.youtube.com/watch?v=jTixsxuyjD4


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